L’avventurosa storia dello zaino

Chiunque abbia un po’ di esperienza, anche minima, di vita all’aria aperta e campeggio conosce l’importanza fondamentale che lo zaino riveste per una buona riuscita della vacanza.È importante sapere alla perfezione come farlo, come bilanciare i pesi all’interno e soprattutto con cosa riempirlo in base al tipo di viaggio che si sta per intraprendere.In realtà stavolta non vogliamo focalizzare la nostra attenzione sul contenuto, ma sul contenitore: come è nato la zaino? Chi ha avuto per primo l’idea di inventare un oggetto così utile?

Le origini antichissime

Non sappiamo con certezza come e dove si sia iniziato correntemente a trasportare pesi sulle spalle, ma numerose testimonianze fanno pensare che le prime a rendersi conto della praticità dello zaino siano state le popolazioni nomadi scandinave, costrette a trasportare oggetti e, talvolta, i figli stessi nei lunghi spostamenti durante il periodo invernale; caricare qualcosa sulle spalle permetteva infatti di avere maggiore mobilità nelle braccia e nelle gambe, in particolare durante le difficoltose marce nella neve.Quasi nello stesso periodo, a migliaia di chilometri di distanza, anche la popolazione Inuit della Groenlandia aveva avuto la stessa intuizione, in condizioni climatiche simili a quelle scandinave. Possiamo dunque dire che lo zaino apparve a molti come un’ottima idea per il trasporto su terreni nevosi. Si trattava ovviamente di oggetti molto diversi dal concetto attuale di zaino che abbiamo adesso: erano perlopiù fasce di tessuto o di pelle avvolte intorno alle spalle e al busto e poi fissate con nodi per mantenere ben saldo il carico.

Un modello un po’ più “moderno”

Per vedere qualcosa di più simile allo zaino attuale bisogna aspettare il 1878; in quell’anno Hanry Merriam brevetta un complicato modello di borsa indossabile sulla schiena, composta da fasce di cuoio che passavano sopra le spalle e da uno scomoda intelaiatura di legno che poggiava sui lombi e faceva da base a una parte di tela avvolgibile in cui potevano essere stivati gli oggetti. Non esattamente confortevole, ma apprezzabile nel suo tentativo di praticità.La consapevolezza che la schiena fosse una parte del corpo molto complessa e di cui tener conto quando si trasportano grandi pesi venne nel ventesimo secolo: nel 1908 il norvegese Ole Bergan pensò che realizzare una struttura di legno pieghevole modellata in base alla sua schiena potesse evitare molti dei dolori causati dai vecchi modelli di zaini, cosa che in effetti accadde. Circa dieci anni dopo un inventore chiamato Lloyd Nelson pensò che la cosa migliore fosse avere sulla schiena una cornice rigida che avesse però al centro due “ali” di tela tenute insieme da piccole cinghie, permettendo così al tessuto di adattarsi variabilmente alla curvatura della schiena.Il concetto di ergonomia stava dunque nascendo, anche se in maniera inconsapevole.

Verso i giorni nostri

Il modello di Nelson ebbe successo, tanto da essere il primo nella storia ad essere prodotto in serie. Da quel momento in poi i brevetti cominciarono a susseguirsi rapidamente, aggiungendo sempre più innovazioni: le strutture di alluminio tubolare, l’aggiunta delle zip per un migliore isolamento del contenuto, l’uso di materiali sintetici e molto altro.Fino ad arrivare a noi, che possiamo dire di aver usato gli zaini almeno una volta nella vita, apprezzandone sempre l’estrema praticità.

Avete qualche aneddoto che riguarda il vostro zaino da raccontarci? Scriveteci!

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